giovedì 30 maggio 2013

Un mondo senza internet è come un mondo senza Nutella

Non so dove andrà a parare questo post, so solo che questa mattina mi era venuta una grande voglia di scrivere, andarmene nella biblioteca e accedere a internet, oppure soltanto scrivere a mano sul quaderno con le pagine arcobaleno.

Cosa ha scatenato la voglia di scrivere è stata la disperazione di questa mattina. Improvvisamente internet non andava più. La disperazione era dovuta a tanti fattori, che forse faccio meglio ad elencare:

_Ieri sera ho rovesciato un intero bicchiere di acqua sulla tastiera del mac (ma essendo un portatile, diciamo pure che l'ho rovesciato sul mac). All'inizio non ho realizzato che il bicchiere fosse pieno d'acqua, cmq prontamente ho messo il computer a testa in giù e l'ho asciugato come meglio potevo, facendo scorrere l'acqua da uno spigolo. Tutto ciò mentre ero con mia mamma a telefono su skype. Ironia della sorte, stavo discutendo con lei della possibilità di voler comprare un ipad mini qui in Giappone che i prezzi sono buoni e avevo anche parlato dell'inizio della stagione delle piogge. Comunque ad oggi il mio mac non ha dato segni di cedimento se non all'inizio quando il trackpad sembrava non rispondere più ai comandi. Ah, e la tastiera che faceva plof plof. Sono andata in panico ugualmente e ho speso due ore a cercare di far un backup di tutto sull'hard-disk.
Cmq, per tornare alla faccenda, quando internet ha smesso di funzionare, ho pensato al peggio.

_Non ho dormito per un cacchio, o meglio, forse ho dormito anche troppo alla fine, ma a tratti. Mi son svegliata alle 5 per finire il progetto (leggasi cominciare e finire), mi son fatta lo shampoo e stavo per addormentarmi nella vasca da bagno, così ho deciso di riposare un'altra mezzora, con capelli ancora bagnati in testa. Mi son svegliata, ho fatto colazione. Mi son rimessa a lavorare, e internet ha smesso di funzionare. Tranne Skype. Qi dall'altra parte del mondo mi ha rassicurato che non stavo dormendo e che lui non era un fantasma. Mi sentivo come in un libro di Murakami. Qual era il sogno e quale la realtà. Son tornata a dormire, e il sogno sembrava così reale che mi son svegliata giusto in tempo per andare a lezione con il lavoro non finito, una presentazione da fare per oggi, e un ospite illustre, tal Ikezawa Tatsuki, designer giapponese laureatosi alla Musashino una decina di anni fa, che ci aspettava per commentare il nostro lavoro (e ovviamente strongarlo, giustamente. Io avrei fatto lo stesso!)

Comunque, dalla stanchezza ho immaginato di tutto, complotti, terremoti, temporali, guerre, millenium bug. Quando sono stanca il mio pessimismo sale alle stelle e combinato alla mia fantasia non ha limiti. Ho addirittura chiesto a Qi di cercare di capire cosa stava succedendo in Giappone.

Comunque, dicevo del progetto. Non sono per niente soddisfatta e quando non lo sono non riesco a dimostrare il contrario, non riesco a vendere cose che non mi piacciono, a parte il fatto che vabbè, oggi non ho aperto bocca perchè era tutto in Giapponese, e vabbè, Sho, mio compagno di gruppo, ha praticamente letto le slide (toh, utile) e Kate è abbastanza sveglia da cavarsela, se non ci fosse lei, saremmo persi. Anche se qui si fissano a fare 'ste cacchio di presentazioni con evernote, che niente in contrario se usato decentemente, ma se lo tratti come il powerpoint dei poveri, allora tanto vale usare power point allora. Indesign tutta la vita.

Cioè, ora potrei cominciare a parlare di come vanno le cose qui alla Musashino, ma non ho tempo, per domani devo praticamente comporre una canzone (trovare l'utilità in tutta questa faccenda), poi ho un altro incontro nel pomeriggio per un altro lavoro di gruppo che non ne parliamo va che è meglio.
Stavo pensando di farmi un sonnellino, e poi mettermi sotto con caffè, tè, patatine e biscotti per carburare e resistere più che posso. Oppure andarmene nella biblioteca e sperare che la eggchair non sia occupata, nascondermi lì dentro e aspettare che l'OpenCampus passi in fretta senza farmi notare.

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