mercoledì 12 giugno 2013

Alla gente ubriaca dovrebbero togliere la licenza di scrivere al pari di quella di guida

Sono tornata a casa da poco. Sono ubriaca. Meglio dire brilla. La testa mi gira, mi sento scema, mi metterei a dormire e sto continuamente pigiando il tasto delete perchè continuo a sbagliare tasti ma nonostante ciò mi ostino a scrivere di fretta, di conseguenza ci sto mettendo un sacco di tempo. Sono tornata da Kokubunji in bicicletta, ma sinceramente, se mi avessero fatto l'alcool test probabilmente mi avrebbero lasciato a piedi. In più ascoltavo la musica da un orecchio, e centravo tutte le pozzanghere apposta, porgendo il viso invece alla pioggerellina di giugno. Sentendomi un po' ubriaca e un po' blue.

La stagione delle piogge è iniziata davvero. 梅雨, questo è il kanji, che si legge tsuyu.
Lo abbiamo imparato oggi a lezione di giapponese.

Comunque, non ci volevo andare, volevo risparmiarmi tremila yen per cose più utili tipo cazzate giapponesi da portarmi in Italia al mio ritorno, ma ero lì a struggermi, pensando al fatto che se non ci fossi andata non avrei mai saputo cosa avrebbero fatto [beh, probabilmente avrei visto il video che ha fatto Kate con l'Iphone a testa in giù, e che non riesco a guardare perchè se giro la testa questa mi cade per terra.] E se non ci fossi andata me ne sarei pentita per il resto dei miei giorni, come ho fatto per altre cose. {Se non fossi andata a Bou quella volta lì in Francia, e io non ci volevo andare, non avrei mai conosciuto lui}. Quindi, per evitare di aggiungere cose alla lista del "potevo farlo, potevo andarci", ci sono andata. Dove? Niente di speciale, la festa di fine corso di Brand Design, con compagni di corso e professore. E poi ci sono andata per cercare di fare amicizia con altra gente, che in realtà siamo stati in classe insieme una volta a settimana per due mesi, ma dato che parlano solo giappo, è difficile comunicare nella loro lingua, io che mi ricordo solo il verbo Taberu {mangiare, per la cronaca}.

Era una specie di all you can drink, ma stavolta qualcosa da mangiare c'era. Le ragazze erano lì a bersi cose alla frutta e al limone quindi non so, ma il prof. era circa ubriaco e si è messo a raccontare delle sue fidanzate a Londra, una bionda italiana e Maria Garcia la spagnola [un nome più stereotipo di così c'è solo Mario Gomez]. e poco ci mancava che gli raccontassi che in realtà pure io ero venuta in Giappone per trovarmi un fidanzato giapponese e fare un figlio bellissimo con gli occhi a mandorla. e poco ci mancava che gli raccontassi dei due ragazzi mezzi giapponesi che mi hanno spezzato il cuore finora. E che a causa dell'ultimo, nonostante tutto, ancora deve guarire.
e poi gli avrei voluto spiegare che sono rimasta molto delusa delusa dai ragazzi giapponesi, che le mie aspettativa erano troppo alte, e che invece la media qui è veramente scarsa, sono alquanto brutti, ad eccezione forse di Ochi, che tralaltro gliel'ha detto anche il professore che è "handsome", ma che sembra stupido. Bel complimento direi.

L'argomento amore è stato ricorrente. Ochi che spiegava al prof. che non si era impegnato molto a Brand perchè c'aveva il cuore spezzato, che la ragazza l'ha lasciato quando lui le ha detto che vuole andarsene in Europa. Gussan che si struggeva perchè nessuno lo vuole. Su nove ragazze, solo una era fidanzata [e io, ma sarei la decima]. Poi il prof. che raccontava delle storie a distanza, che sono complicate e che è stato carino Andrea a venirmi a trovare. e io che gli ho detto che non è venuto a trovare me ma è venuto per visitare il Giappone. il prof. che mi diceva che Andrea è molto più innamorato di me più di quanto lo sia io. E che la sua fidanzata l'ha lasciato dopo sette anni per fargli vivere l'Europa a pieno. e io che da ubriaca che mi son fatta la domanda se questo fosse stato un segno del destino, ovvero dirmi di lasciar perdere l'Europa e trovarmi il giapponese dei miei sogni [tipo Ochi ma almeno sette anni più vecchio].

Comunque alla fine non è successo niente che ha cambiato il corso della mia esistenza, a parte una stretta di mano che ha fatto vacillare le mie sicurezze e fatto ricordare un giorno d'estate a Venezia.
Ma questa è un altra storia.

Nessun commento:

Posta un commento