martedì 7 giugno 2016

Ora però mi contraddico e non nego che non c'è niente che mi piace più dell'odore dei libri nuovi.

Mi piace comprare libri vecchi e trovarci delle storie. Non parlo della storia scritta "nel" libro, ma della storia raccontata "dal" libro, l'oggetto fisico.
Come quella volta che ci ho trovato una foto, probabilmente messa lì negli anni duemila ma scattata molto tempo prima, probabimente risalente agli anni ottanta. Una foto di quando si era ragazzi, amici e spensierati. Mi piace immaginare che sia uno dei personaggi della foto, ormai invecchiato, ad averla scelta come segnalibro. Non ricordo neanche che libro fosse ora, ma mi ricordo della foto, dei sorrisi e delle pose.
Qualche altra volta si trovano delle macchie di vino e caffè, briciole di biscotti nelle pieghe della rilegatura.
Altre volte, spesso, c'è la dedica di qualcuno per la sua migliore amica, per il suo amore. E mi chiedo come sia andata a finire quella storia. Perchè per vendere un libro regalato da un buon amico deve esserci veremente un motivo grave dietro.
'À Celine, pour en finir avec la malediction des "retours"...
En amicale pensèe Valèr ... ' e altre cose che non riesco a decifrare, dedica accompagnata dal disegno di due profili, un uomo e una donna.
Ieri per esempio sono stata alla lavanderia automatica dietro casa e ho trovato una guida lonely planet del Giappone, in inglese. Dietro c'è un indirizzo e-mail, ho cercato quel nome sul facebook e ho trovato la proprietaria. Forse il social network rende le cose meno romantiche, meno spazio per inventarsi delle storie, ma ecco che il libro ha una proprietaria, una piccola storia da raccontare.

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