mercoledì 22 giugno 2011

Fête de la Musique ti dico WOW

Tra mezzoretta sarei dovuta uscire di casa per andare a prendere il treno per Parigi: passeggiare sulla Senna all'alba; andare al Centre Pompidou e ai musei di Arti Grafica e Moda; comprare qualche souvenir per il ritorno a casa; ritornare da Laduree, entrare e uscire a mani vuote di nuovo perchè sinceramente una scatola di 6 macarons a 16 euro è un furto; andare da Chanel vestita da barbona per comprare uno smalto, magari, solo per tornare col sacchetto Chanel a Milano; resistere alla tentazione dei saldi.

Questo sarebbe stato il mio programma se non fosse che sono tornata a casa un'ora fa, dopo un'estenuante e infinita giornata, in cui è successo così tanto che sembrano due giorni che non dormo.

La cosa più iportante: la fete de la musique. che gran figata. cioè, lo ripeterò a vita. Ma giuro, a momenti avrei potuto piangere dalla felicità. Vedere Orleans così piena di gente, e musica diversa in ogni angolo. Dai raggaettoni ai metallari, hip-pop e sassofoni, dj-set truzzissimi come ci si aspettava da una cittadella quale Orleans. Ma poi, oltre a ciò, e le varie scene divertenti, la nostra piccola festa della musica personale. con le casse fuori dalla finestra del mini-mono-locale a piano terra di gabriele. che gran figata. Ripeto. fichissimo. A tratti ho avuto un po' paura per un arrivo imminente della polizia, ma fortunatamente i vicini non hanno battutto ciglio (o almeno, non stanotte. Magari domani a Gabriele gli fanno il culo, "povera stella!")

Finale al cardiopalma. Urla di ragazze per strada, tornando a casa. da lontano si vede un ragazzo per terra, e gente che scappa via. fortunatamente nientedi grave, ma il ragazzo era bello pesto e insanguinato. Cose che succedono solo a Orleans.

venerdì 17 giugno 2011

Metti una sera in bdl.

Avete presente la scena in "L'appartameno spagnolo", quella in cui da ritorno dalla discoteca si mettono a cantare No Woman No Cry accompagnati dalla chitarra. Aggiungeteci il vento freddo della Loira, aggiungeteci qualche africano che canta, il buio del molo sulla Loira, la luna che spunta da dietro le nubi, e l'allegria post birretta. Ed ecco una serata molto piacevole ad Orleans, molto shalla e barbona, in cerchio con la chitarra.

Peccato che alla fine arrivano sempre i soliti ubriachi arabi rompicoglioni che devono rovinarti la serata. e quindi si torna tutti a casa...

venerdì 10 giugno 2011

La Centrale

Non so perchè, ma stasera voglio fare la mia dichiarazione d'amore alla stazione centrale di Milano.

mi è venuto in mente chattando con un'amica d'infanzia, parlando di viaggi e di Milano. Mi stava raccontando che aveva aspettato un treno al freddo e al gelo, nel periodo in cui stavano ristrutturando la stazione, e non c'erano nè sale d'aspetto, e i baretti tutti pieni.

Ora la situazione è cambiata. la stazione centrale è diventata un centro commerciale, con tutti i suoi negozi, le scale mobili infinite, i bar e le edicole, e la Feltrinelli su tre piani. E si trova anche qualche panchina per sedersi, e i vecchi e grandi orologi pendenti dal soffitto hanno ripreso a funzionare. E le pubblicità trasmesse dagli schermi sui binari ti assordano...

La stazione centrale per me ha un valore affettivo.

Tutte le stazioni hanno il loro fascino. Punti di arrivo e partenza, ogni persona ha la sua meta, e un bagaglio di storie.

Ci sono i treni regionali, frequentati soprattutto da pendolari che ogni giorno arrivano in città per lavorare, o per andare in università, o semplicemente per fare compere. Sono i treni della gente in valigetta, della gente che viaggia leggere, che sale sul treno, e dopo 50 pagine del libro è arrivata a destinazione.
E poi ci sono i treni "titanic", i carri bestiame, quelli che vanno al sud, che si sa quando partono, ma non quando arrivano. Su quei treni c'è un mondo, e non potete nemmeno immaginare cosa ha la gente in quelle valigie, e quelle facce, cosa raccontano.
Potrei raccontare di ogni viaggio che ho fatto sul Carlo Pisacane, il treno Milano Centrale - Reggio Calabria. Ma sarebbe una parentesi infinita. Dico solo che mi viene una forte malinconia a pensarci, ora. E che ho pianto più di una volta, su quel treno.

Ora ci sono le Frecce Rosse, e gli orari sono un po' cambiati, così come le storie.

Oltre all'atmosfera quindi, tanti ricordi legati alla stazione.

Quand'ero piccola, le valigie le portavano i miei genitori sui carrelli.

E poi crescendo, sempre la Centrale nel mio cuore. Le partenze e gli arrivi, ma anche le lunghe attese, come il giorno del terremoto, che il treno partì con 3 ore di ritardo, stipato fino a scoppiare, o il giorno che ho aspettato il treno di mio padre per sei ore.
E poi le semplici passeggiate alla centrale giusto per andare da qualche parte, oppure per andare a vedere a che punto stava il conto alla rovescia per la linea Milano-torino in un'ora. Oppure per andare al McDonald's a mangiare gli Hamburger a 50 centesimi. E la prima sera che ho comprato la mia bicicletta, la stazione mi ha dato riparo dal temporale. E il concerto degli Afterhours, nella piazza antistante. E il Malpensa e Orio Shuttle.

Un piccolo grande mondo. Per me la stazione centrale è Milano.

giovedì 9 giugno 2011

Insonnia

Nell'ultimo post mi lamentavo del fatto che l'erasmus stava per finire. Mancavano 3 mesi.

Ora invece mancano 3 settimane. E non riesco a dormire.

Penso alle cose che ancora vorrei fare, alle cose che non ho fatto, al tempo che passa alla svelta.

In queste tre settimane vorrei però tornare a Parigi e finire di visitare la città. Leggere tutti i libri della biblioteca dello Iav e della mediateca. Visitare zone di Orleans nuove. Andare a fare il bagno nella Loira. e tante altre cose che ogni tanto mi saltano per la mente.


Mi mancheranno tante cose, altre non mi mancheranno per niente. E tornerò a Milano e sarà come se nulla fosse accaduto. Soltanto una parentesi. E qualche parentesi nella parentesi.