venerdì 10 giugno 2011

La Centrale

Non so perchè, ma stasera voglio fare la mia dichiarazione d'amore alla stazione centrale di Milano.

mi è venuto in mente chattando con un'amica d'infanzia, parlando di viaggi e di Milano. Mi stava raccontando che aveva aspettato un treno al freddo e al gelo, nel periodo in cui stavano ristrutturando la stazione, e non c'erano nè sale d'aspetto, e i baretti tutti pieni.

Ora la situazione è cambiata. la stazione centrale è diventata un centro commerciale, con tutti i suoi negozi, le scale mobili infinite, i bar e le edicole, e la Feltrinelli su tre piani. E si trova anche qualche panchina per sedersi, e i vecchi e grandi orologi pendenti dal soffitto hanno ripreso a funzionare. E le pubblicità trasmesse dagli schermi sui binari ti assordano...

La stazione centrale per me ha un valore affettivo.

Tutte le stazioni hanno il loro fascino. Punti di arrivo e partenza, ogni persona ha la sua meta, e un bagaglio di storie.

Ci sono i treni regionali, frequentati soprattutto da pendolari che ogni giorno arrivano in città per lavorare, o per andare in università, o semplicemente per fare compere. Sono i treni della gente in valigetta, della gente che viaggia leggere, che sale sul treno, e dopo 50 pagine del libro è arrivata a destinazione.
E poi ci sono i treni "titanic", i carri bestiame, quelli che vanno al sud, che si sa quando partono, ma non quando arrivano. Su quei treni c'è un mondo, e non potete nemmeno immaginare cosa ha la gente in quelle valigie, e quelle facce, cosa raccontano.
Potrei raccontare di ogni viaggio che ho fatto sul Carlo Pisacane, il treno Milano Centrale - Reggio Calabria. Ma sarebbe una parentesi infinita. Dico solo che mi viene una forte malinconia a pensarci, ora. E che ho pianto più di una volta, su quel treno.

Ora ci sono le Frecce Rosse, e gli orari sono un po' cambiati, così come le storie.

Oltre all'atmosfera quindi, tanti ricordi legati alla stazione.

Quand'ero piccola, le valigie le portavano i miei genitori sui carrelli.

E poi crescendo, sempre la Centrale nel mio cuore. Le partenze e gli arrivi, ma anche le lunghe attese, come il giorno del terremoto, che il treno partì con 3 ore di ritardo, stipato fino a scoppiare, o il giorno che ho aspettato il treno di mio padre per sei ore.
E poi le semplici passeggiate alla centrale giusto per andare da qualche parte, oppure per andare a vedere a che punto stava il conto alla rovescia per la linea Milano-torino in un'ora. Oppure per andare al McDonald's a mangiare gli Hamburger a 50 centesimi. E la prima sera che ho comprato la mia bicicletta, la stazione mi ha dato riparo dal temporale. E il concerto degli Afterhours, nella piazza antistante. E il Malpensa e Orio Shuttle.

Un piccolo grande mondo. Per me la stazione centrale è Milano.

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