domenica 7 ottobre 2012

A volte i personaggi dei romanzi scappano dal libro e prendono forma

Ecco che me ne sto lì nel ristorante del botel, l'albergo barca sulla Moldava, a fare colazione, o meglio, a guardare Andrea fare colazione (scorpacciate di pane e salame strano, uova soda e burro e marmellata), mentre sorseggio soltanto un te senza zucchero, che compaiono i due: Lolita e Humbert Humbert, direttamente dal libro di Nabokov che ho finito di leggere qualche settimana fa.
Se avessi voluti cercare di dare due facce che incarnassero i due personaggi del libro, non sarei riuscita a fare di meglio. La ragazzina bionda, pettinatura stravagante, asimmetrica, pantaloncini neri ricavati da vecchi jeans larghi neri, magari del padre, il vero padre. Gambe lunghe, collant ricamati. Andatura sicura, sguardo fiero. È Lolita, non ci sono dubbi. E il tizio con lei, che poteva essere il padre, ma che poteva anche non esserlo. Diciamo il patrigno, che accompagna la figliastra in giro per l'Europa. La giusta età per poter essere il padre, la stessa premura per poter sembrare il padre, lo stesso distacco da poter sembrare il padre. O forse il suo amante.

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